Da anni ormai, nelle principali città italiane, il costo di un caffè al bar è aumentato di circa 10 centesimi, portando il prezzo finale a 1,10 euro, per effetto – soprattutto – dell’impennata delle materie prime.
Al tempo stesso persiste la convinzione che il bar guadagni moltissimo dal ricarico che applica al prezzo di ogni caffè – servito corto, lungo, schiumato, macchiato, al vetro, in tazzina riscaldata, con o senza acqua frizzante.
E invece, sembra non sia affatto così. Lo dice il rapporto annuale della ristorazione di Fipe Confcommercio, che già nel 2020 stabiliva come il prezzo medio di un caffè al banco si attestasse a 0,98 euro, ma il guadagno per il barista non arrivasse a superare gli 8 centesimi.
Nel 2021, sfiorava i 10 centesimi a tazzina ma oggi, per il caro delle materie prime, il ricavo si è ulteriormente abbassato.