Voti e giudizi sull’aspetto fisico.
Commenti sessiste, battute irripetibili, classifiche su Excel, foto in costume da bagno prese dal profilo social della neoassunta e condivise.
E poi continui e volgari riferimenti sessuali. Sono i contenuti di una chat via Skype tra i dipendenti della nota società di comunicazione We are social.
Conversazioni partite da attività tipo il calcetto poi degenerate su altri fronti, a cui partecipavano tutti uomini, dipendenti.
La chat venne scoperta dai vertici aziendali nel 2017 e subito chiusa.
Ma sono conversazioni tornate di grande attualità ora che il tema delle molestie nel mondo pubblicitario sta emergendo trainato dalle tante testimonianze di donne decise a raccontare le violenze psicologiche e il mobbing subito negli anni.