Quattro persone sono state arrestate per il furto di un robot per la chirurgia antitumorale, dal valore di quasi due milioni di euro, custodito in un deposito di Tivoli.
Secondo gli inquirenti si tratterebbe di un caso di spionaggio industriale.
Durante le perquisizioni sono stati trovati gli abiti indossati durante le varie fasi del colpo insieme ad alcuni disturbatori di frequenza, chiamati jammer -non in commercio-, utilizzati per inibire la trasmissione in radio frequenza del gps del camion che custodiva il robot.
Una vera spy story all’amatriciana, finita bene -ma male per i soliti ignoti.