Tre testamenti scritti tra il 2006 e il 2022 delineano, senza alterarlo, il destino del patrimonio miliardario di Silvio Berlusconi: il segnale di quanto la continuità fosse la principale preoccupazione del lascito del Cavaliere lo si intuisce dalla scelta di destinare a Marina e Pier Silvio la quota disponibile e di averlo deciso già nel primo testamento, quello datato 2 ottobre 2006.
Era già da 17 anni, quindi, che Berlusconi aveva disposto che fossero i figli maggiori (gli unici con ruoli operativi) a controllare insieme il 53% di Fininvest, la holding di famiglia a cui fanno capo le quotate Mfe, Mondadori e Mediolanum, lasciando comunque a Barbara, Eleonora e Luigi il 47%. Il tema in evidenza su tutti i quotidiani.